Così piccola e così grande, così ricca di tradizioni. Ho vagato per l’Europa alla ricerca di qualcosa da portare con me per sempre e molto di quello che cercavo l’ho trovato in Ungheria.
Da questa cultura contadina che ci insegna che nulla va sprecato ho amato i sanguinacci, il protagonismo delle verze, la fantasia scatenata dalle carni tritate, l’immancabile gulash e ancora una volta le spezie, che si aggiungono alla mia mezcla colorandola: la paprika che a Budapest ho incontrato per caso e che poco più tardi, a Porto, mi ha dato appuntamento.
Il Portogallo ha per me il sapore del baccalà, delle aringhe, del Porto che ho bevuto a ogni tavola cui mi sia seduto e del chorizo il tradizionale insaccato che racchiude le note della paprika, ora dolce, ora piccante, ora affumicata.Le ricordo tutte quelle note, nemmeno le mille bottiglie di Porto bevuto me le hanno fatte scordare.
La cucina scalda il cuore anche alle basse temperature del Nord: il mio zaino è stato anche in Islanda e in Norvegia per riempirsi di gusti inusuali e sorprendenti: ho assaggiato il salmone, il merluzzo e il baccalà vestiti per l’occasione dal gusto del nord, ho assaporato trote, salmerini e ancora carne di renna e di balena che sapevano di miti, di leggende e di buono.
E se hai sete, augurati di essere in Islanda, perché l’acqua più buona del mondo, sgorga dalle profondità di questo Paese.